venerdì 25 maggio 2012
Omaggio alla Catalogna: l'utopia realizzata
"Omaggio della Catalogna" è uno dei diari di guerra più belli e interessanti mai scritti. Il suo autore è un noto scrittore inglese, George Orwell, giornalista e politico inglese, aderente prima alla sinistra massimalista e successivamente attestatosi su posizioni socialdemocratiche. Causa di questo cambiamento politico? Lo stalinismo e la ferocia della dittatura staliniana. Orwell con la sua mente lucida, tipica del giornalista, aveva compreso in che direzione stesse andando il movimento operaio internazionale, causando non solo sofferenza, ma anche oppressione e morte. Allo scoppio della guerra civile spagnola (1936 - 1939) Orwell si era unito alle Brigate Internazionali che si erano formate per affiancare il Fronte Popolare nella difesa della seconda repubblica spagnola. Per la prima volta si erano viste forze politiche opposte, marxisti, anarchici e socialdemocratici, cooperare contro un comune nemico: il generale Francisco Franco, sostenuto dal Fuher Adolf Hitler e dal Duce Benito Mussolini. In Catalogna, dove l'anarchismo e le idee trozkiste ebbero maggiore presa, si può dire che sotto gli anarchici, guidati da un carismatico Buenaventura Durruti, realizzarono quella che può essere definita una società comunista. Collettivizzarono le industrie e tutti i mezzi di produzione e in generale si realizzarono forme collettive di gestione della società. Gli anarchici del sindacato CNT (Confederacion Nacional de Trabajo) e del FAI (Federacion Anarquista Iberica) e il POUM (Partito Operaio di Unificazione Marxista, di stampo trozkista e antistalinista) erano le forze più attive del fronte contrapposte al PSUC (Partito Socialista di Unificazione Catalana) e al PCE (Partido Comunista de Espana) che sempre di più si stavano avvicinando alle linee guida di Mosca. Le due forze maggiori del FP inevitabilmente cozzarono creando problemi alla solidità della coalizione determinando la pronta vittoria del Fronte Nazionale. I due schieramenti fin da subito si scontrano sull'opportunità o meno di portare avanti la rivoluzione in tempo di guerra. Gli anarchici e i trozkisti volevano approfittare della situazione e compiere quella rivoluzione che in Russia era stata affossata da Stalin. Avevano compreso che il proletariato era in uno stato di mobilitazione tale da poter facilmente spezzare le difese dello Stato borghese. Questo progetto trovò opposizione negli ambienti socialdemocratici e stalinisti. La guerra doveva essere portata a termine, dicevano costoro, anche e soprattutto con l'aiuto della borghesia. Terminata la guerra, eliminato un nemico come Franco, si sarebbe fatta la rivoluzione. Il Fronte Popolare si spaccò e le forze staliniste al governo, con la complicità degli ambienti socialisti, non tardarono ad organizzare azioni forza contro gli anarchici e i trozkisti. Orwell racconta che le azioni contro i rivoluzionari iniziarono quando le forze di polizia occuparono la centrale telefonica di Barcellona che era stata la prima azienda ad essere collettivizzata e gestita dal CNT. Barcellona fu il teatro di scontro di questa guerra fatricida che si svolse tra il 3 e l'8 maggio 1937. Da un lato vi erano gli anarchici del CNT e una parte dei combattenti della Colonna Durruti insieme con i militanti del POUM; dall'altro lato le milizie popolari che imposero ai loro ex compagni di sciogliere il loro esercito e sottostare alle decisioni del governo. I combattimenti furono sanguinosi e il fronte rivoluzionario venne represso e, dopo le dimissioni del governo Caballero (primo governo sostenuto da fazioni rivoluzionarie), si intensificarono con il nuovo presidente Juan Negrin le epurazioni dei nemici di Mosca. Le collettivizzazioni furono bloccate e gli anarchici e tutti coloro sospettati di trozkismo furono estromessi dalle istituzioni e dal prender parte alla vita pubblica e politica. Di fatto la rivoluzione, come in Germania, Russia e Italia, era stata soppressa.
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