Erano gli anni ruggenti della prima rivoluzione industriale con le innovazioni tecnologiche e con un salto qualitativo della vita enorme e senza precedenti. Lo sviluppo economico sembrava irrefrenabile e la società stava vivendo una fase di transizione da un epoca passata, feudale e aristocratica, ad un altra, liberista e borghese. Gli effetti negativi non erano certo inferiori rispetto agli esiti positivi di questo slancio umano. Si profilava una serie di questioni sociali legati all'eccessivo sfruttamento del proletariato che si stava ammassando sempre di più nelle grandi città industrializzate. Questi disagi causarono problemi legati all'igiene e alla sicurezza tanto da sollevare in molti intellettuali e filantropi dell'epoca voci di dissenso. In quegli anni si svilupparono le prime forme di socialismo, utopistico e filantropico, ma che per la prima volta davano una soluzione ottimale ai molti disagi sociali. Queste ipotesi si svilupparono nei Paesi dove maggiormente la rivoluzione aveva intaccato profondamente le coscienze sociali e la stessa società, cioè i Paesi del Nord Europa come l'Inghilterra. Robert Owen fu uno dei primi intellettuali filantropi a darci una soluzione sistematica del problema e a tentare nel concreto di cambiare le cose. Di origini inglesi, Owen fu un noto imprenditore e, lavorando nel campo industriale, si rese subito conto dei disagi da risolvere. Influenzato da un certo determinismo sociale, Owen era convinto che l'individuo era frutto dell'ambiente in cui viveva per cui, cambiando condizioni di vita, molte questioni sociali potevano essere facilmente risolte. La sua politica sociale all'interno dei suoi cotonifici fu quella di migliorare sensibilmente le condizioni di vita degli operai sia aumentando i salari sia ridimensionando l'ambiente lavorativo e sociale, costruendo comunità per operai con scuole ed altri edifici socialmente utili. Inoltre stimò di poter stabilire ai suoi operai un eccellente servizio sanitario per poter migliore le condizioni di vita anche delle loro famiglia. Anche in campo educativo Owen si prestò a ideare un nuovo modello sociale e culturale: ad esempio abolendo il matrimonio e stabilendo che i figli delle coppie fossero allevate in comunità infantili gestite dalla comunità. Nel contempo però riuscì a stabilire un equazione, lavoro = valore, che sarà poi ripresa da Marx e che sarà uno dei principi fondamentali dell'economia.
Il primo tentativo di realizzare una comunità del genere avvenne nel 1826 a New Harmony negli Stati Uniti. Questa nuova organizzazione sociale e culturale non ebbe vita lunga: fallì miseramente. Ritentò anche in Inghilterra, ma non riuscì lo stesso nei suoi intendi. Affiancò questo lavoro filantropo con la costituzione delle prime organizzazioni sindacali e lui stesso, lasciato il suo ruolo di imprenditorie, si dedicò alle prima battaglie delle Trade Unions. Probabilmente una delle poche mosse riuscite di Owen fu quella di dare grande importanza al sindacalismo come spinta fondamentale al cambiamento sociale e politico della classe operaia. Le ragioni del suo fallimento sono molte dall'azzardata organizzazione sociale e culturale al fatto che, come riteneva Marx, non si possono realizzare forme comunitarie quando sono ancora vigenti i rapporti tipici del capitalismo; soprattutto è impossibile creare tale comunità in una società dove il principio del profitto è ancora norma etica e dove lo Stato sostiene il capitalismo. Secondo Marx, il padre del cosiddetto "socialismo scientifico", solo con un atto di forza, con una rivoluzione, era possibile realizzare forme di collettivizzazione nullificando il capitalismo. Una utopia che però ebbe il merito di spingere altri ad una ricerca scientifica che aveva come obbiettivo di avvicinare il più possibile l'utopia alla realtà.
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