mercoledì 23 maggio 2012

La caccia alle streghe rosse


Si temeva che la potenza americana potesse essere messa in ginocchio non da attaccanti esterni, ma da infiltrati al soldo del nemico, l'Urss. Erano anni in cui i casi di arresti di spie nemiche erano frequenti e la tensione tra i due blocchi aveva generato guerre di assestamento degli equilibri politici: Rivoluzione cinese (1949) e Guerra di Corea (1950 – 1953). Si era entrati definitivamente in piena Guerra Fredda!
Dal 1945 (probabilmente molto prima) fino 1954 possiamo dire che gli Stati Uniti vissero una vera e propria caccia al comunista. Tale linea politica prese il nome di “Maccartismo” dal senatore repubblicano del Wisconsin, Joseph McCarthy, che per primo prese posizioni anticomuniste decise.
Nel 1950 il senatore McCarthy con una audizione al Senato diede il via ad una lunga ed estenuante ricerca di infiltrati non solo tra la popolazione civile, ma anche e soprattutto tra le file del governo. L'allora presidente dell'Fbi, J. Edgar Hoover, avviò un programma di inchieste condotte su tutti gli impiegati statali. Tali indagini si basavano spesso su testimonianze anonime che spesso vennero contestate dagli stessi accusati. Per cui molti di coloro che furono licenziati furono reintegrati a seguito di proteste per delle prove che non avevano certezza ne valore.
Uno dei campi d'indagine prediletti fu il mondo di Hollywood dove lavoravano attori e attrici simpatizzanti per le sinistre europee. Charlie Chaplin fu una delle principali star coinvolte nelle indagini. Tale inchiesta, oltre a causare la sua espulsione dal Paese nel 1952, gli rovinò pesantemente la carriera cinematografica pur non avendo commesso nessun crimine.
Tra i principali informatori di Hollywood troviamo Walt Disney il quale rivelò i nomi di molti simpatizzanti comunisti, ma anche lui stesso per un breve periodo fu sospettato di posizioni anti – americane. Potremmo citare moltissime celebrità accusate di filocomunismo da Gary Cooper allo scrittore Arthur Miller per passare a Marilyn Monroe, moglie di Miller, la quale chiese aiuto a J.F. Kennedy avendo un fratello collaboratore di McCarthy.
Si viveva quindi in costante tensione poiché si poteva essere sospettati di tradimento al minimo sbaglio. Uno degli scopi del Maccartismo fu quello di spingere la popolazione a denunciare le spie e a sedare ogni spirito anti – patriottico attraverso la messa in onda dei processi contro le presunte spie. I processi più celebri furono condotti contro Alger Hiss e i coniugi Julius e Ethel Rosenberg che furono condannati a morte.
Tali procedure non ebbero i frutti sperati. La popolazione reagì negativamente a ciò. Nel 1954 il Senato censurò l'attività politica di McCharty giudicandola poco efficacie e lesiva per lo spirito patriottico della Nazione. Inoltre qualche tempo prima lo stesso senatore aveva mosso delle accuse pesanti a dirigenti del Ministero della Guerra mettendolo in cattiva luce. Il senatore diede le sue dimissioni anche in seguito alla campagna stampa mossa contro di lui per denunciare le molte vite distrutte dalle sue malefatte. Nel 1957 Joseph McCharty morì per una epatite dovuta al forte alcolismo e ad una probabile schizofrenia. In realtà la censura e la morte di McCharty non segnò di fatto la fine della caccia ai comunisti. Da quando emerse dagli archivi del “Progetto Venona” gli Stati Uniti erano consci dello spionaggio nemico e del fatto che molti impiegati statali fossero spie al soldo del Blocco Sovietico. In definitiva la guerra allo spionaggio si protrasse fino alla fine della Guerra Fredda se non oltre.

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