giovedì 24 maggio 2012

Nemico alle porte


Il 1959 aveva rappresentato un segnale di pericolo per gli Stati Uniti. Fidel Castro aveva di fatto spodestato il regime filo – americano di Batista rendendo Cuba uno Stato socialista. Questo evento, oltre a segnare l'estromissione delle multinazionali del petrolio dal controllo del greggio cubano, sanciva di fatto la forte influenza che l'Unione Sovietica esercitava nei Paesi sudamericani. Per cui era necessario agire subito per arginare una minaccia che avrebbe creato gravi danni all'imperialismo americano.

Il piano, organizzato dalla Cia, prevedeva la creazione di una rete di opposizione clandestina che attuasse una efficacie e capillare propaganda. A tale scopo il 22 marzo del 1961 venne creato il “Concilio Rivoluzionario Cubano e, già a partire dal maggio del 1960, erano attive una serie di radio gestite da esuli come Radio Swan che venne scelta per le comunicazione con i sovversivi e con gruppi di sabotaggio (Gruppo Alpha 66).
Tale operazione fu denominata “Programma per un'azione segreta contro il regime di Castro” (nome in codice “Jmarc”). I padri di tale progetto furono gli esuli cubani del “Gruppo 5412” con il patrocinio di Richard Nixon, allora vicepresidente dell'amministrazione di Dwight Eisenhower, che lo firmò il 17 marzo 1960. Alcuni quotidiani sudamericani e americani avevano dato notizie riguardanti operazioni di reclutamento e addestramento di cubani per un fine che allora era sconosciuto. Lo stesso “New York Times” il 10 gennaio 1960 ne diede notizia parlando di una piantagione di caffè dove si addestravano truppe da inviare contro il regime cubano. Tale notizia non fece grande scalpore perché il governo, prima della fine dell'amministrazione Eisenhower, aveva comunicato alla stampa tali progetti.
Il 17 gennaio 1961 Eisenhower lasciò la Casa Bianca per la fine del mandato e si decise di cambiare il nome del programma in “Operazione Pluto” e successivamente , dopo una serie di modifiche, in “Operazione Zapata. Ad autorizzarla fu Allen Dulles, direttore della Cia, e il neo presidente J.F. Kennedy.
L'11 aprile 1961 il ministro della guerra inglese, Louis Mountbatten, venne invitato a Washington e messo al corrente dell'operazione. Il ministro inglese dimostrò la sua contrarietà mettendo a conoscenza l'MI – 6, il servizio di spionaggio inglese. Tramite probabili spie doppiogiochiste queste informazioni furono passate al KGB, il servizio di spionaggio russo. Sia i russi che gli inglesi si mostreranno sempre contrari all'Operazione Zapata. Radio Mosca il 13 aprile 1961 trasmise un messaggio in lingua inglese in cui si avvertivano i cubani dell'intenzione degli Usa di occupare militarmente l'isola con il favore di una fitta rete di oppositori sabotatori. Per rappresaglia ci furono una serie di incendi strategici, ma questi non impedirono a Castro di organizzarsi a dovere.

Gli strateghi cubani e americani pianificarono un piano bellico dettagliatissimo. I ribelli, addestrati dalla Cia in Guatemala e in altri campi negli Usa, dovevano occupare per prima la città di Trinidad nel sud del Paese, notoriamente anticastrista. Con il sostegno della popolazione e di altri guerriglieri avrebbero mosso i primi atti di guerriglia sulle Montagne Escambray. Kennedy modificò il programma scegliendo come luogo di sbarco la zone semi paludosa di Zapata, nella Baia dei Porci. Tale decisione fu un grosso sbaglio: era un terreno poco pratico per sbarchi e senza vie di fuga. Il presidente comprese tali difficoltà e decide di inviare a supporto i paracadutisti che avrebbero dovuto chiudere le vie d'accesso alla Baia. Lo scopo principale era quello di liberare una striscia di terra dove si sarebbe instaurato un governo provvisorio sostenuto dagli Usa. Dopo di che si sarebbe potuto dichiarare guerra e, con il supporto americano, occupare l'isola.

Il 17 aprile all'una di notte un gruppo di sommozzatori arrivò presso la spiaggia della baia con lo scopo di indicare la costa alle navi pronte per lo sbarco. Durante tale operazione una camionetta cubana entrò in contatto con un sommozzatore che le sparò contro. Ciò mise in guardia i cubani che si prepararono a ricevere i nemici. Era previsto lo sbarco di 1453 persone e di diverse autovetture e certo numero di carri armati. I soldati cubani al comando degli ex guerriglieri del “Movimento 26 luglio” si arroccarono intorno alla Baia per respingerli. Alcuni aerei da caccia cubani, Far Fury e T-33 (sopravvissuti a bombardamenti dei giorni precedenti attuati dall'aviazione americana) si levarono in volo e bombardarono una nave di comando “Rio Escondido” e la nave “Huston adibite al trasporto logistico. In questo modo gli attaccanti persero il grosso della loro logistica. Insieme a queste due navi furono danneggiate molti mezzi da sbarco.
Il giorno dopo alle 14.00 circa Krusciov minacciò come rappresaglia l'intervento delle forze russe a Cuba. Alcuni reparti d'assalto americani, come “Operazione 40” capitanato da Allen Dulles, furono richiamati per evitare ulteriori incidenti e per il fallimento dello sbarco.
1l 19 aprile il corpo di sbarco, falcidiato e privo di munizioni e di alimenti, decide la ritirata. A sostegno dei fuggitivi furono inviati 8 bombardieri B-26 e un gruppo di Skyhawk A-4s. Le squadriglie arrivarono troppo in ritardo a causa del fuso orario e alcuni dei velivoli furono abbattuti. Due piloti dei B-26, Leo F. Berliss e Thomas W. Ray, continuarono la battaglia per permettere ai fuggitivi di salire a bordo di sommergibili. I loro aerei furono abbattuti riuscendo però a salvarsi. Mentre tentavano la fuga furono uccisi e i loro corpi congelati come trofeo di guerra e per testimoniare il coinvolgimento americano nell'attacco a Cuba.
Il Concilio Rivoluzionario Cubano, messo al corrente della tragedia, contestò alcuni errori dei servizi di spionaggio e chiese più volte l'intervento dell'esercito americano per invadere l'isola. Kennedy stesso rifiutò queste proposte e decise di cambiare tattica nella lotta contro il Blocco Sovietico che doveva concentrarsi su più fronti e non solo su quello cubano. In tal modo declinò ogni futuro progetto di lotta diretta contro Castro.
Le operazioni aeree cubane contro obbiettivi americani continuò. Il 20 aprile alcuni Far cubani abbatterono nove bombardieri B-26 dei sedici impiegati e affondarono due navi e otto lance da sbarco.
L'Operazione Zapata fu un clamoroso insuccesso. Dei 1453 anticastristi ne morirono 104, mentre i cubani riportarono 157 morti. 1.189 mercenari controrivoluzionari furono arrestati e imprigionati, ma trattati umanamente. Il 23 dicembre 1962 furono rilasciati una parte di essi in cambio di 53 milioni di dollari. Alcuni di essi furono arrestati per altri crimini commessi precedentemente sull'isola. 

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