L'otto
marzo di ogni anno le donne ricordano se stesse e le proprie
conquiste. Dopo secoli e secoli di discriminazione e oppressione, la
donna celebra le proprie conquiste sociali, politiche ed economiche
nonché ricorda i momenti di oppressione.
Il
problema dell'emancipazione femminile venne sollevato per la prima
volta durante il VII Congresso della II Internazionale a Stoccarda
nel 1907. Le principali rappresentanti del mondo marxista, Rosa
Luxemburg e Clara Zetkin, aprirono una lunga discussione sulla
condizione femminile nel mondo e sulla necessità di intraprendere
lotte per risolvere le più gravi problematiche sociali, legate al
lavoro e al suffragio universale femminile.
L'Internazionale
si impegnava a difendere la lotta per le conuiste elettorali e si
decise di istituire un “Ufficio di informazione delle donne
socialiste”, affidato a Clara Zetkin, già direttrice del
quotidiano femminista “Die Gleichheit” (L'uguaglianza).
Non
tutti i Paesi accettarono tali decisioni. Negli Usa Corrine Brown, la
rappresentante delle donne socialiste americane, attraverso il “The
Socialist Woman”, fece sapere di non approvare la linea guida
dell'organizzazione poiché le donne potevano da sole guidare la
lotta per la liberazione. Il 3 maggio del 1908 Brown organizzò a
Chicago una conferenza sulla donna socialista che da quel giorno in
poi venne definita “Woman's Day” che venne celebrata sempre
l'ultima domenica di febbraio fino al 1921.
Il
movimento socialista femminile acquisì nel corso del tempo grande
importanza e grande potere di influenza. Nell'VIII Congresso della II
Internazionale del 1910 a Copenaghen riuscirono a far istituire
definitivamente la “Giornata della Donna” che entrò a far parte
del calendario delle celebrazioni socialiste.
Non
tutte le Nazioni aderirono alla decisione ritardando la data di
adesione o celebrando la giornata in date differenti. Nel 1911
Germania, Svizzera, Austria e Danimarca aderirono all'iniziativa. Nel
1914 toccò alla Francia e solo nel 1922 l'Italia conobbe questa
festività.
Con
lo scoppio della Prima Guerra Mondiale le celebrazioni furono
interrotte.
L'8
marzo 1917 a San Pietroburgo le donne russe scesero in piazza per
chiedere la sospensione della guerra e per appoggiare il movimento
rivoluzionario che portò alla caduta dello zarismo. Per ricordare
tale evento durante il III Congresso della III Internazionale a Mosca
nel 1921 si decise di istituire l'8 marzo la “Giornata
Internazionale dell'operaia”.
In
Italia la “Giornata Internazionale dell'operaia” venne celebrata
a partire dal 1922 per volere del patito comunista italiano che
scelse il 12 marzo come giorno di commemorazione. Nel 1925 sul
quotidiano femminista “Compagna” uscì un articolo postumo di
Lenin dove si ricordavano le vicende dell'8 marzo del 1917, fissando
a quel giorno la data dei festeggiamenti.
La
fine del movimento comunista internazionale sancita dalla politica di
Stalin comportò la perdita del ricordo delle origini di questi
festeggiamenti. Secondo taluni l'8 marzo è la commemorazione di un
incendio di un industria di cotone a New York nel 1908 dove morirono
alcune operaie. Altri raccontano che in quel giorno avvenne una
violenta repressione di uno sciopero di operaie nel 1857 a New York.
In realtà queste storie sono tutte fantasiose versioni di incidenti
veramente accaduti che sono utilizzate per dare un senso, ormai
perduto, a questa festa.
Storia
ben diversa è riservata al simbolo della giornata: la mimosa. A
partire dal 1946 la mimosa fece la sua prima comparsa in pubblico
poiché è uno dei pochi fioriscono nei primi giorni di marzo.
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