domenica 3 giugno 2012

Leoncavallo: Fausto e Iaio vivono nelle nostre lotte

La Milano di fine anni settanta e inizio anni ottata venne colpita da una pericoloso andata di spaccio di cocaina, una vera e propria emergenza sociale. A cercare di arginare ed eliminare questa piaga, oltre alle forze dell'ordine, intervennero alcuni membri del Centro Sociale milanese "Leoncavallo". Vennero organizzate alcune ronde antispaccio composte da volontari che giravano per i quartieri popolare alla ricerca degli avvelenatori sociali. Accanto a questa azione di contrasto alla criminalità organizzata si pose una lunga operazioni di indagine, condotta dagli stessi vigilantes, per smascherare la struttura criminale che vi era dietro la diffusione della cocaina. Legato a questi eventi è l'omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo "Iaio" Iannucci, due giovani comunisti, il 18 marzo 1978.
Chi erano Fausto e Iaio? Erano due membri del Leoncavallo, componenti delle ronde antispaccio, i quali indagavano da tempo sul traffico di cocaina. Si dice che le verità che vennero alla luce dalle loro ricerche siano state le ragioni che hanno spinto ad ucciderli. I due giovani avevano scoperto un giro di spaccio che faceva capo ad alcuni esponenti della criminalità organizzata, legati a loro volta ad alcuni esponenti dell'estrema destra. Del materiale che misero insieme ne rimane una piccola parte visto che dopo il loro omicidio sparirono molti documenti e registrazioni di interviste. A rivendicare l'omicidio, avvenuto a Via Mancinelli 8, furono i Nar (Nuclei armati rivoluzionari, movimento di estrema destra) i quali inviarono una serie di lettere rivendicative a Roma e in altre città italiane. Massimo Carminati fu il principale indagato: membro dei Nar nonché "collaboratore" della banda della Magliana e di alcuni esponenti dei servizi segreti deviati invischiati nella strage di Piazza Fontana. Accanto alla pista nera ve ne era un'altra che mirava a trovare i responsabili tra le file dell'estrema sinistra. Nel palazzo dove viveva Fausto vi era un nascondiglio delle Br. Si è ipotizzato che i due giovani avessero scoperto anche dei legami tra le Br e i servizi segreti infiltrati tra quelle cellule terroristiche. Molti esponenti del Leoncavallo tentarono indagini indipendenti senza ottenere alcun risultato concreto. Un giornalista dell'Unità, Mauro Brutto, riuscì a metter insieme un dossier su nomi e fatti che doveva consegnare all'arma dei carabinieri e svelare finalmente i mandanti e gli esecutori dell'omicidio. Brutto venne investito il 25 novembre 1978 da una Simca 1100 e il suo dossier sparì dalla sua borsa senza lasciar traccia. Questo fatto confermò in alcuni il soispetto sulla possibile partecipazione dei servizi segreti deviati all'omicidio di Fuasto e Iaio. Le indagini ufficiali non giunsero a nessun esito. Massimo Carminati e gli altri indagati, Mario Corsi e Claudio Bracci, furono assolti per insufficienza di prove. Il caso venne archiviato definitivamente il 6 dicembre 2000.

Corea: una monarchia comunista

Sembra proprio essere una monarchia, quell'alternanza di padre in figlio al comando di una nazione che è avvenuta in Corea del Nord. Una monarchia che poggia su un presunto "comunismo". Kim Il - Sung è stato il fondatore di questa dinastia di leader socialisti nonché colui che diede i natali alla Repubblica Democratica Popolare di Corea (o, come la conosciamo noi, Corea del Nord). La sua figura è legata ai contrasti sino - sovietici. Mao, come noto, voleva esaltare la propria dottrina come "la via cinese al socialismo" in opposizione con la decadente struttura sovietica. In questo ambito il Caro Leader (come venne ribattezzato Kim) oscillò tra Mosca e Pechino prima di appoggiarsi del tutto alla Cina. Sempre in questi anni Kim tentò una mossa inaspettata: invadere la Corea del Sud per unificare il Paese (Guerra di Corea, 1950 - 1953). Il progetto fallì anche perché gli Stati Uniti non tardarono a intervenire per ripristinare il confine tra i due Paese al 38° parallelo. Sconfitto si ripiegò nella gestione economica e politica della repubblica, dando inizio alla cosiddetta "Juche", cioè "autarchia", desiderando di creare uno Stato autosufficiente e chiuso alla penetrazione straniera. La propaganda fu uno degli interessi primari del Caro Leader. Esso fu lo strumento attraverso il quale Kim Il - Sung costruì un culto della personalità che ancora oggi circonda la figura di Kim e dei suoi discendenti. Fu proprio per suo volere che gli venne attribuito il titolo "reale" di Caro Leader o Grande Leader. Questo appellativo venne poi trasmesso a suo figlio e successivamente all'attuale discendente della famiglia. Sembra quasi di trovarci di fronte ad una delle antiche dinastie cinesi, i cui membri erano venerati come delle divinità secondo l'usanza confuciana. Ciò che spaventa è il clima orwelliano che sembra regnare sulla nazione. Quei pochi occidentali ammessi al cospetto del monarca "comunista" hanno parlato di una popolazione stremata e succube di un potere che sembra rifarsi al quel Grande Fratello descritto da George Orwell. Dopo la morte di Kim Il - Sung nel 1994 gli successe al "trono" il figlio, Kim Jong - Il. Il suo governo durato fino al 19 dicembre 2011, data della sua morte, è stato segnato da continue tensioni con il mondo occidentale specie con gli Usa. In campo atomico si sono registrati i principali attriti: da decenni la Corea del Nord aspirava a possedere un arma atomica tanto da sfidare la Cina (contraria all'armamento nucleare coreano, temendo possibili voltafaccia) e gli Stati Uniti. Nel 1994 era stato firmato un patto tra i due Paesi secondo il quale la Corea, rinunciando all'armamento nucleare, avrebbe ricevuto aiuti umanitari ed economici dagli stessi americani. Questo patto venne infranto nel 2006 quando venne annunciato al mondo intero un esperimento nucleare sotterraneo che, stando alle voci ufficiali del governo coreano, ha ottenuto ottimi risultati. Accanto a questi difficili relazioni diplomatiche, troviamo una politica interna altrettanto disastrosa. Nei primi anni del regime autoritario la Corea del Nord ebbe una fase di crescita economica. Gli occupanti giapponesi avevano costruito un apparato industriale moderno e molto produttivo. Le politiche sbagliate, le sanzioni dell'Onu e il Juche non fecero altro che peggiorare e mandare in crisi il Paese. La Cina è diventata per la Corea l'unica ancora di salvezza per avere beni alimentari per la popolazione a causa delle ricorrenti carestie. Kim Jong - Il ha invece fortemente investito nell'industria pesante e nell'esercito per creare un sistema di difesa efficacie contro possibili attacchi della Corea del Sud e dei suoi alleati occidentali.
Kim Jong Il morì, stando ai rapporti ufficiali, per infarto mentre era in viaggio in treno. Gli è succeduto il figlio nonché nipote del Caro Leader, Kim Jong - Un. Ancora giovane, è stato eletto già capo supremo della Repubblica Democratica Popolare della Corea e, secondo le ultime rivelazioni, si appresta a continuare l'opera dei suoi genitori.