sabato 30 giugno 2012

Il Brasile tra crescita e arretratezza

Il Brasile nel primo decennio del secondo millennio ha conosciuto uno sviluppo inimmaginabile seguito ad una crescita del Pil molto elevata. Oggi è considerato a tutti gli effetti una nazione che ha superato la soglia per entrare tra le grandi potenze economiche. Ha un Pil di 1900 trilioni di dollari che cresce ogni anno, dal 2006, del 7%. Fino a pochi decenni fa il paese sudamericano era considerato una nazione poverissima e non in grado di risollevarsi del tutto dalla stagnazione sociale ed economica. Il Brasile sembrava il tipico paese arretrato e attanagliato da un sistema sociale ed economico anacronistico e quindi incapace di sussistere senza gli aiuti internazionali. Al contrario San Paolo e le altre grandi megalopoli del paese sono diventate importanti centri finanziari e industriali. Ancora oggi purtroppo il Brasile pur crescendo vive un divario profondo tra passato e presente, tra latifondo e industrializzazione. Accanto ad una classe media sviluppata e metropolitana si trova una classe contadina povera e senza terra, oppressa dai latifondisti che controllano più del 50% delle terre coltivabili. Tra la fine del XX secolo e l'inizio del secondo millennio F.H. Cardoso e L.I.L. De Silva hanno portato il paese a diventare uno dei maggiori esportatori al mondo di prodotti agricoli. Nonostante questi successi il Brasile ha subito una forte recessione a causa dei debiti e della mal gestione della cosa pubblica. La repubblica sudamericana a partire dal 1998 vide in parte sfumare i propri successi. Da un lato il presidente Cardoso aprendo alla liberalizzazione indebolì il già fragile apparato statale; dall'altro lato la stagnazione come sempre comportò una crescente fuga di capitali all'estero, di conseguenza in mancanza di capitale Cardoso fu costretto ad indebitarsi pesantemente con il FMI (Fondo monetario internazionale). Il debito brasiliano ammontava a 41,5 miliardi di dollari, ma ancora oggi il Brasile non ha ancora saldato il suo credito. La rapacità del Fmi costò a Cordoso l'alienazione della popolazione brasiliana: le liberalizzazioni imposte dall'ente internazionale comportò la riduzione degli aiuti statali ad una popolazione che ancora vive nella maggioranza dei casi in una condizione di estrema povertà. Secondo i dati dell'Onu circa il 45% della popolazione brasiliana viveva in favelas, senza lavoro e senza assistenza. Nei primi anni duemila il Brasile versava in una condizione di pericolo sia sociale che economico. Le speranze di progresso sembravano essere sfumate. Ed ecco che in ogni situazione di dramma interviene un uomo o una donna che riporta la pace e la serenità. Il Brasile del presidente Lula, successore di Cardoso, non è ancora sereno e pacifico, anzi le tensioni sociali sono ancora vive, ma il presidente socialista ha aperto le strade per un possibile futuro di prosperità. Da un lato troviamo i contadini del MST (Movimento dei senza terra), una organizzazione non governativa che dagli anni settanti si occupa di dare terra ai contadini disoccupati attraverso occupazioni e marce pacifiche (sempre represse dalle forze dell'ordine). Il tutto appoggiati dall'area socialdemocratica del parlamento e da una attiva Chiesa Cattolica; dall'altro lato gli indios che da sempre rimproverano di essere costantemente marginalizzati dalla vita pubblica brasiliana. Lula venne eletto a pieni voti nel 2002. La sua politica è di chiara matrice socialista e si afferma soventemente che con questi il Brasile abbia svoltato nettamente a sinistra, rompendo con quel Fmi che da sempre opprime i paesi sudamericani. Per prima cosa Lula ha rotto con il Fondo monetario internazionale e con l'Alca, entrambi visti come forme di imperialismo nord americano. Da qui poi si è costruito un solido apparato statale volto a garantire una giustizia sociale che non ha rispettato le aspettative della popolazione più povera. Sostanzialmente Lula ha agito principalmente per eliminare la vasta sacca di povertà metropolitana. Le campagne infatti sono ancora avvolte nella cappa di oppressione ad opera dei latifondisti e di quegli organi statali che li fronteggiano. Gli episodi di repressione del Mst e di altri movimenti contadini sono molti e basta girare per internet per trovare una ricca letteratura. Lula sembra quasi impotente di fronte allo strapotere della borghesia agraria. Questo è una delle pecche maggiori del suo operato. Nel 2003 il presidente socialista ha istituito la "Bolla familia" che costituisce probabilmente il suo merito più grande. Il progetto, che ha avuto i risultati sperati, è un contributo monetario minimo che viene garantito ai non possidenti per vivere al di sopra dei limiti estremi di povertà. E' una strategia per ridurre la povertà estrema e per incentivare i consumi e l'istruzione. E' uno dei primi passi per un socialismo di mercato che potrà, forse, rendere grande il Brasile.