sabato 9 giugno 2012

Franchismo: dallo Stato Corporativo al Desarrollo

La Spagna di Franco era rimasta neutrale nel secondo conflitto mondiale nonostante i suoi alleati, Germania e Italia, la invitassero continuamente a prendere una posizione. La Spagna ebbe solo giovamento dalla neutralità: uscì indenna dalla guerra e, al contrario dei suoi ex alleati, non aveva visto una occupazione militare ne un graduale transito alla democrazia. Franco era deciso e saldo sulla sua poltrona. Nonostante la non belligeranza i Paesi vincitori, specie l'Inghilterra, riuscì ad impedire alla Spagna di entrare nell'Onu e a partecipare a qualsiasi patto internazionale. Il Paese iberico venne isolato nella geopolitica postbellica. Furono impartite anche una serie di sanzioni come l'embargo del 1946 a causa dei suoi tratti di chiara matrice fascista. Franco fin dai primi anni dopo la vittoria sulla Repubblica (1939) cercò di dare al regime una veste che potremmo definire democratica. Costruì una sorta di democrazia organica dove, tramite una serie d organizzazioni corporative e sociali, le esigenze degli individuo veniva mediate per evitare scossoni nella comunità. Per ovviare all'isolamento e quindi farsi accettare dalla comunità internazionale, il dittatore decise di abbandonare ogni elemento di ispirazione fascista. In questo modo diede al suo regime un volto reazionario, accordandosi prettamente con la tradizione cattolica spagnola. Non rinunciò per il momento al progetto autarchico che contribuì non poco a isolare ancor di più la Spagna. L'intera politica economica franchista si poggiava ancora sullo sviluppo agricolo per ingraziarsi quella borghesia latifondista del Sud che aveva appoggiato da sempre l'operato di Franco. L'economia spagnola non ebbe grande giovamento da queste riforme: infatti fino agli inizi degli anni sessanta, con l'apertura all'economia mondiale, la nazione iberica versò in uno stato di stagnazione economica. Con il corporativismo economico venne istituito un sindacato (1940), sul modello di quello fascista, che aveva prettamente la funzione di mediare tra operaio e padronato per eliminare ogni tensione derivante dalla lotta di classe. Uno dei maggiori programmi di Franco fu quello di unificare il Paese sia politicamente che culturalmente: contrastò i nazionalismi catalani e baschi e impedì l'uso delle lingue regionali (catalano ecc.), consentendo solo il catalano, lo spagnolo ufficiale. Solo intorno al 1960 questa politica scemò. L'isolamento dell Spagna finì negli anni 50. Gli Stati Uniti stavano cercando nuovi alleati per contrastare l'egemonia sovietica. Franco si trovò molto disponibile nell'aiutare gli americani. Entrò nella Nato e il 1953 rappresentò l'anno di apertura verso la politica internazionale. Il presidente Dwight Eisenhower visitò la Spagna e firmò una serie di accordi economici in cambio di aree per costruire basi militari (Patti di Madrid). Sempre nello stesso anno venne firmato un Concordato con la Chiesa Cattolica e questo segnò un ulteriore passo avanti nell'apertura spagnola. Nel 1955, dopo due anni da tali accordi, la Spagna vide una lieve crescita economica  dagli prima della guerra civile. Nel 1959 si registrò un boom economico mai visto in precedenza. Questo progresso la portò a raggiungere livelli inimmaginabili fino al 1973. Le ragioni di questo boom sono molte e gli effetti hanno consentito di facilitare il passaggio alla democrazia dopo la morte del dittatore. Lo sviluppo permise di sorpassare una economia quasi del tutto basata sull'agricoltura e di sviluppare una borghesia cittadina e industriale che ha costituito la base della ricchezza spagnola fino alla crisi attuale. Il motivo principale di tale crescita fu soprattutto l'apertura al liberalismo e al Fondo Monetario Internazionale per volere della nuova classe di economisti che Franco aveva sostituito con la precedente. La Spagna registrò un tasso di crescita molto alto, secondo solo al Giappone. Questo periodo viene ricordato come "Desarrollo", cioè il decollo dell'economia dopo la stagnazione dei periodi precedenti. Nel 1975 Francisco Franco morì e il re Juan Carlos, dopo l'incoronazione, avviò le pratiche per il ripristino della democrazia.