lunedì 11 giugno 2012

"Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona"

"Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona" e forse era vero. Nel grande calderone politico della Prima Repubblica Berlinguer sembrava essere il paladino dell'onesta, il politico impegnato e dedito alla sua missione civile. Tutti gli altri davano l'impressione di essere corrotti e legati poteri poco puliti. In un periodo dove si evidenziavano le avvisaglie di una malattia, la corruzione, che poi mostrerà tutto il suo male agli inizi degli anni novanta, Berlinguer era l'unico che sembrava salvarsi. Il suo partito, il Pci, era l'unico, all'apparenza, che si trovava fuori da qualunque giro di tangenti e finanziamenti illeciti. L'immagine di onestà che Berlinguer era riuscito a costruirsi, gli consentiva di lanciare invettive contro la corruzione politica e morale. Nel 1977 Berlinguer lancia la questione morale, una serie di accuse contro la mala politica, che diventerà una dei punti fondamentali della propaganda del Pci. Nei confronti degli altri partiti, il partito comunista si pose come il paladino della buona politica contro la corruzione, contro l'uso improprio della politica per fini personali. Berlinguer non smise mai di porsi come un politico pulito e la sua etica divenne il metro di valutazione dell'onestà politica.
Sarà vero che Berlinguer era "una brava persona"? Qualcuno ha sollevato dei dubbi. In particolar modo hanno evidenziato come l'immagine di onestà, che Berlinguer aveva creato per se stesso e per il partito, era un velo che nascondeva una serie di finanziamenti illeciti. I Dossier Mitrokhin hanno rivelato la rete di denaro che dal Pcus veniva trasferito nelle casse del Pci. Il ricordo di Enrico Berlinguer non sembra essere stato intaccato da queste voci.