
L'ebreo non potendo integrarsi nello Stato in cui vive, la sua ideologia religiosa e politica lo porta di conseguenza ad escludersi ancor di più e a vivere in maniera del tutto diversa da quella accettata nella nazione che lo ospita. Questo non farebbe altro che attirare su di se una serie di stereotipi.
L'ebreo quindi da un lato è oggetto di troppe restrizioni, dall'altro radicalizza la propria ideologia. Se gli fossero concessi diritti e libertà, con la laicizzazione dei costumi e dello Stato, rinuncerebbe al proprio stile di vita e si adeguerebbe a quello convenzionalmente accettato. Il discorso prosegue con una critica alle posizioni di Bauer in merito al problema dell'antisemitismo. Ribatte all'ipotesi secondo cui solo quando gli ebrei rinuncino ai loro costumi tradizionali, ci sarà una apertura verso loro stessi. Gli ebrei, ribatte Marx, sono vittime del capitale perché la loro autodiscriminazione è il riflesso di quella che lo Stato esercita sui suoi membri. La tolleranza religiosa non costituisce il problema fondamentale: è una questione di emancipazione umana che non ci sarà mai del tutto con una società capitalistica. Se le tesi di Marx fossero state accolte e evidenziate, la borghesia tedesca avrebbe avuto poche possibilità per far cadere le colpe della crisi sugli ebrei.