lunedì 18 giugno 2012

Ribellione di Satsuma: la fine dei samurai

Un paese che guarda alla modernità non troverà mai tutti i suoi elementi concordi nel lasciare il vecchio mondo per quello nuovo. E' quello che accadde al Giappone nei primi anni del periodo Meiji che viene riconosciuto come il periodo di rinnovamento del paese orientale. Ancorato ancora ad una tradizione millenaria, il paese orientale si presentava agli occhi degli occidentali arretrato. Ecco perché l'imperatore Mutsuhito iniziò una politica di rinnovamento che toccava tutti i settori della cultura e delle istituzioni nipponiche. Queste riforme trovano la dura resistenza delle caste tradizionaliste, specie quella dei samurai, poco propensa ad abbandonare i propri usi e costumi. Dal 29 gennaio al 24 settembre 1877 quando i samurai del feudo di Satsuma si ribellarono alla decisione dell'imperatore di destituire questo antico ordine di guerrieri, da sempre considerati i più efficienti al mondo. Molti esponenti dei clan della provincia erano entrati a far parte del nuovo governo Meiji contribuendo a rafforzare la politica riformista con la loro tenacia. Takamori Saigo fu uno dei ministri Meiji e il primo a manifestare dubbi sul rispetto della casta samurai. La modernizzazione inevitabilmente avrebbe portato ad abolire un reggimento antiquato per le future guerre che il Giappone aveva in mente di intraprendere, specie contro la Corea. Saigo a tal proposito creò una serie di campi di addestramento dove giovani aspiranti samurai venivano allenati a questa antica arte. I ministri dell'imperatore non gradirono tali propositi volendo al contrario creare un esercito su modello di quelli occidentali. Saigo allora non nascose i suoi propositi sovversivi nei confronti di un governo che sembrava corrompere la moralità e il costume tradizionale. Per impedire tali atti di ribellione e per indagare sui piani di Saigo, il governo organizzò una spedizione di spie nel dicembre del 1876. Il piano venne scoperto e le spie imprigionate e torturate. Questo fu il casus belli: la ribellione sarebbe divampata per difendere il Giappone tradizionale da quello moderno e corruttore. La data ufficiale che segnò l'inizio della Ribellione di Satsuma fu il 30 gennaio 1877 quando la polizia imperiale fu messa in campo per requisire le armi nelle accademie di Saigo. Gli studenti al contrario non accettarono passivamente le richieste delle forze dell'ordine e cacciarono dai loro arsenali gli agenti di polizia. La prima grande battaglia che si combatte contro l'esercito imperiali fu l'assedio del castello di Kumamoto tra il 14 febbraio e il 12 aprile 1877. Il castello era uno dei più resistenti in Giappone; la guarnigione al suo interno era tra le più grandi. Gli assedianti circondarono la fortezza per diversi mesi sperando che gli assediati si arrendessero per fame. Le truppe imperiali resistettero e riuscirono anche a creare una breccia tra la cortina d'attacco per ricevere aiuti dall'esterno. Il 12 aprile i rinforzi arrivano copiosamente dalla capitale imperiale mettendo in fuga ciò che rimaneva dell'esercito ribelle, decimato dalle armi da fuoco nemiche. Contemporaneamente venne combattuta una battaglia che durò ben otto giorni. L'esercito imperiale attaccò la città di Tabaruzaka. I samurai, circa 15.000, difesero la città, ma le forze nemiche, circa 90.000, circondarono i ribelli. Per otto giorni i due eserciti si sfidarono e alla fine, presi da tutte le parti, i ribelli dovettero cedere. Saigo chiese a questo punto di negoziare una pace poiché la sua provincia era in parte occupata dalle forze imperiali: l'imperatore rifiutò ogni negoziato. Saigo fu costretto ad una lunga marcia verso le terre interne del Giappone soggetto a continui attacchi. I sopravvissuti giunsero sul Monte Shiroyama il 1° settembre e lì respinsero gli attacchi nemici. A colpi di artiglieria gli imperiali stanarono i ribelli, ma questi resistettero per giorni. Saigo fu tra le vittime illustri della battaglia insieme a molti suoi graduati. Il 24 settembre gli ultimi 40 samurai ribelli si lanciarono in un epica carica. Le mitragliatrici Gatling falciarono gli ultimi coraggiosi guerrieri nipponici. L'epoca dei samurai era terminata.

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