lunedì 2 luglio 2012

Una mancanza preoccupante!

Quando un dittatore cade lo si condanna di solito senza processo. La sua morte diviene il simbolo della ritrovata libertà e della pace sociale e politica che il dittatore aveva da sempre negato. Questo è accaduto per Mussolini, per Ceausescu e per molti atri tiranni che nel corso della storia si sono susseguiti. Ma la morte senza processo o comunque senza dibattito pubblico e libero porta i benefici sperati? Prendiamo come esempio la vicenda di Piazzale Loreto. La morte senza processo e la mostra del suo corpo in uno spazio pubblico doveva essere un atto di liberazione e di ammonimento da parte non di tutti gli italiani, ma solo di una frangia, della sinistra socialista e comunista. Di fatto i socialcomunisti da sempre in Italia hanno fondato una cultura politica e sociale fondata sul mito della Resistenza e sull'episodio di Piazzale Loreto che, a conti fatti, oggi è anacronistica. Il problema è proprio questo. Non tutti gli italiani hanno affrontato una catarsi politica. Una parte degli italiani è stata esclusa dalla catarsi. In questo modo, come disse Indro Montanelli, pochi hanno preso coscienza dell'importanza della democrazia e della negatività di ogni dittatura. Purtroppo non si può tornare indietro, ma è importante constatare questo fatto per evitare eventi del genere. Quando un dittatore viene deposto la prima cosa che si dovrebbe fare è quella di fare un processo pubblico, aperto a tutti, per discutere delle sue colpe. In questo modo la collettività partecipa al processo e tutti dimostrano il loro assenso o meno ad una condanna. L'importante è che ognuno, partecipando alla condanna, prenda coscienza del fatto che chiunque vada al governo si deve prendere le proprie responsabilità ed evitare ogni tentativo di tirannide. Lo stesso processo di Norimberga ebbe il torto di essere stato fatto solo dai vincitori, non dai vinti i quali avrebbero dovuto prender coscienza di quello che avevano creato. Una mancanza preoccupante.